Le Basi della Prevenzione

Parlare di prevenzione degli infortuni è alquanto difficile, la difficoltà nasce dalla complessità di sondare alcune strutture biologiche e di valutare la condizione di salute dell’atleta. I campi di azione della prevenzione sono soprattutto tre, ognuno dei quali ha una stretta correlazione con un tessuto biologico:

1) La Forza – tessuto muscolare
2) La Flessibilità – tessuto connettivo
3) La Propriocettiva – tessuto nervoso

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LA FORZA
La valutazione della forza e della resistenza muscolare sono due componenti molto importanti per stilare dei programmi di prevenzione. La struttura muscolare svolge un ruolo fondamentale nella statica e nella dinamica del nostro corpo. Tutti i muscoli hanno tra loro delle relazione di sinergismo o antagonismo; la risultante di queste correlazioni è fondamentale per lo stato di salute del sistema osteo-articolare. Un ipotono di un gruppo muscolare comporta, come adattamento fisiologico, un accorciamento del tessuto connettivo del muscolo antagonista. Ad esempio un ipotono del muscolo retto dell’addome determina una perdita di elasticità dei muscoli paravertebrali, come un deficit del muscolo quadricipite, ad esempio, comporta un accorciamento dei muscoli ischio-crurali. Per correggere questi disequilibri muscolari che alterano l’atteggiamento posturale dell’atleta, bisogna svolgere una preparazione fisica e allenamenti funzionali sia sul muscolo deficitario, rinforzandolo, che sul muscolo accorciato, allungandolo.
LA FLESSIBILITA'
La flessibilità muscolo-scheletrica è un’importante componente del nostro organismo che spesso e volentieri però viene trascurata a discapito della forza muscolare. Il nostro corpo, nella stazione eretta, è mantenuto in equilibrio dai muscoli, che fungono da tiranti dinamici, e dal sistema connettivale, che agisce staticamente. Il sistema connettivale è largamente diffuso (lo ritroviamo nei sistemi fasciali che ricoprono i visceri e i muscoli, nei tendini, nei legamenti), ed è composto principalmente da fibre di collagene, fibre elastiche, fibre reticolari e da materiale amorfo. La mobilità del sistema muscolo-scheletrico è determinata principalmente dalla composizione di questo tessuto e dall’orientamento di tali strutture. La funzione principale del tessuto connettivo è quella di coniugazione tra i diversi sistemi, quindi agisce come organo di trasmissione. ROM (range of motion) e flessibilità sono strettamente correlate. Sebbene vengano utilizzati come sinonimi, le rispettive definizioni sono diverse. Il termine flessibilità fa riferimento alla capacità di allungarsi dell’unità muscolo-tendinea se sottoposta a stretching. Il grado di flessibilità di un segmento dipende dalle caratteristiche meccaniche e fisiche dei tessuti interessati all’allungamento. La perdita di flessibilità può causare una diminuzione del ROM. Il ROM rappresenta, invece, il grado di mobilità di una articolazione e dipende dallo stato di tutti i tessuti che stanno a cavallo della articolazione stessa. I muscoli, i tendini, i legamenti, la capsula articolare, la pelle, i tessuti sotto-cutanei e i vasi sanguigni sono tutte strutture che determinano il ROM di una articolazione. Se un’atleta presenta un deficit di flessibilità, anche il ROM presenterà un deficit.
LA PROPRIOCETTIVA
Si definisce propriocezione la capacità del corpo di trasmettere il senso della posizione, di interpretare le informazioni sensoriali e di rispondere coscientemente o incoscientemente agli stimoli attraverso la gestione opportuna della postura e del movimento. Il controllo neuromuscolare della propriocezione origina dalle informazioni fornite da recettori cutanei, articolari, muscolari e tendinei. La propriocezione, ad esempio, ci consente di sapere in che posizione si trova il ginocchio durante l’attività sportiva senza doverlo per forza guardare. Ci consente di saltare, correre e lanciare. In caso di errore, ci consente di modificare il nostro schema motorio per raggiungere comunque lo scopo della nostra azione. Ci consente di adattare la corsa quando passiamo da un terreno ad un altro. Sebbene flessibilità, forza e resistenza siano dei pre-requisiti necessari, è la propriocezione che ci consente di effettuare un cambio di direzione con la massima destrezza, che ci consente di mantenere l’equilibrio in una situazione di instabilità e di avere la coordinazione per svolgere un gesto complesso con la maggior funzionalità possibile. Certamente un livello adeguato di flessibilità, di forza e di resistenza è indispensabile per svolgere qualsiasi gesto motorio, ma, senza un controllo propriocettivo appropriato, sfruttare al meglio le proprie caratteristiche atletiche diventa problematico. Le tecniche propriocettive vengono utilizzate su larga scala nella rieducazione funzionale ma anche nel campo della prevenzione sportiva, soprattutto in quegli sport dove la patologia distorsiva ha un’alta incidenza. Tutti gli esercizi di propriocezione procedono dal semplice al complesso, e tale passaggio dovrebbe avvenire solo quando l’atleta ha la totale padronanza con le esercitazioni semplici.  È possibile rendere più complessa un’esercitazione chiedendo all’atleta di svolgere l’attività semplice ad un ritmo più elevato o ad un livello di impegno muscolare maggiore, ma comunque controllato; oppure è possibile aumentare il livello di difficoltà inserendo esercitazioni che vedono l’atleta impegnato nel portare a termine più compiti contemporaneamente, ad esempio, di svolgere un’attività semplice ad occhi chiusi. Scopo fondamentale di un esercizio propriocettivo è avere sempre il massimo controllo da parte dell’atleta.
Dal 2009 il dott. Gabbi utilizza il programma di prevenzione degli infortuni ideato per i calciatori dilettanti e amatoriali “The 11 plus":
Tale programma è stato sviluppato da un gruppo di esperti internazionali del FIFA’s Medical Assessment and Research Centre (F-Marc), il Centro di Ricerca e di Valutazione Medica della FIFA, dell’Oslo Sports Trauma Research Centre e del Santa Monica Orthopaedic and Sports Medicine Research Foundation.
L’11 “+” è un programma completo di riscaldamento che ha come obiettivo quello di ridurre gli infortuni più comuni dei giocatori e delle giocatrici di calcio. Si tratta di un pacchetto completo di avviamento all’attività di allenamento sviluppato per migliorare la stabilità di caviglia e ginocchio, la flessibilità e la forza del tronco, delle anche, degli arti inferiori ed anche per il miglioramento della coordinazione, della velocità e della resistenza.

L’efficacia dell’11 “+” è stata scientificamente documentata in uno studio scientifico il quale ha dimostrato una riduzione dell’incidenza degli infortuni pari al 30-50% in coloro che avevano svolto per almeno due volte la settimana l’11 “+”. Il programma è suddiviso in tre parti con un totale di 15 esercizi, che devono essere eseguiti in una specifica sequenza all’inizio della seduta di allenamento”.
  
Il dott. Gabbi con Dvorak Jiri, Presidente di F-Marc, Centro di Ricerche della FIFA.
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